Pubblicato nel Marzo 1985
 

Gengivectomia a bisello esterno per la terapia dell'ipertrofia da difenilidantoina

GUSTAVO PETTI
Medico Chirurgo Specialista in Odontoiatria - Parodontologo di Cagliari, P.zza Repubblica 4,
tel 070 498159
web site www.gustavopetti.it

Nei casi in cui la tasca parodontale non supera la giunzione muco gengivale e si dispone di sufficiente gengiva aderente, la gengivectomia a bisello esterno trova eccellente indicazione per il trattamento dell'ipertrofia iperplasia da difenilidantoina

La gengivectomia a bisello esterno trova indicazione quando il fondo della tasca parodontale non supera la linea di giunzione mucogengivale, quando si è in presenza di adeguata banda di gengiva aderente e quando non esistono difetti ossei. Nel rispetto di queste condizioni, l'indicazione d'elezione è la iperplasia-ipertrofia gengivale. Quando la parete gengivale è in preda a fenomeni iperplastici e ipertrofici, la gengivectomia è un intervento che permette di aggredire tutta la superficie radicolare e dove sono i depositi patologici, la cui rimozione consente, dopo alcuni giorni, la rigenerazione di un solco fisiologico e di una papilla gengivale che si riveste di tessuto epiteliale. Il caso clinico presentato mostra una gengivectomia, allargata a tutti i quadranti di entrambe le arcate dentarie, per la terapia di una ipertrofia-iperplasia gengivale tipica da difenilidantoina, in ragazzo epilettico di anni 16, inviatomi dal neurologo due anni dopo la sospensione e sostituzione del farmaco. Siamo in presenza di adeguata banda di gengiva aderente.

Fig. 1 - Ipertrofia, iperplasia gengivale da difenilidantoina

Fig.2 - Incisione dal lato palatale


Fig. 3 - Rimozione con bisturi lanceolato del tessuto

Dopo aver iniettato lentamente l'anestetico nella piega mucovestibolare e nelle singole papille interdentali, per ottenere la massima emostasi e contemporaneamente rigidità dei tessuti, ho iniziato con una incisione distalmente all'ultimo dente interessato nell'emiarcata superiore destra dal lato vestibolare, bisellando, con un bisturi a fagiolo, l'incisione di circa 45' in direzione coronale. Allo stesso modo si precede dal lato palatale. Si ripassa il percorso dell'incisione iniziale con un bisturi lanceolato interprossimale, festonando l'incisione, per liberare i tessuti interdentali. Se l'intervento e stato eseguito "a regola d'arte" il tessuto reciso viene asportato "in un sol blocco".

Fig. 4 - Tessuto rimosso "in un sol blocco"
Si attua un accurato curettage e scaling e si provvede a levigare lo superficie cruentata facendo scorrere delicatamente la superficie larga di una lama e usando anche pietre abrasive sotto getto d'acqua per creare margini sottili con superfici interprossimali ben assottigliate e disegnate. Si ripristina l'orlo a festone delle gengive formando degli incavi interdentali con pinzette da gengivo plastica per creare le vie di scarico al cibo durante la masticazione.

Fig. 5 - Levigatura e regolarizzazione della superficie
In corrispondenza di queste docce gengivali, sulla superficie esterna dei setti ossei, si trovano dei solchi incavati detti canali di scarico che assolvono la funzione dello scorrimento del cibo. La figura 7 mostra chiaramente le suddette gocce a guarigione avvenuta. Attuata l'emostasi si applica l'impacco parodontale, che viene rimosso dopo sette giorni, e rinnovato per altri sette. In tempi diversi si procede alla gengivectomia negli altri quadranti. Dopo tre mesi l'architettura gengivale presenta margini. Le papille hanno forma cronico-piramidale e riempiono gli spazi interdentali fino ai punti di contatto interprossimali dei denti. Esse hanno docce per il passaggio del cibo e hanno l'aspetto tipico della gengiva sana.

Fig. 6 - Modellazione delle docce gengivali