Pubblicato nel Settembre 1987
|
L'USO DELLA COLLA DI FIBRINA IN CHIRURGIA
OSSEA
|
GUSTAVO
PETTI
Medico Chirurgo Specialista in Odontoiatria - Parodontologo di Cagliari, P.zza Repubblica 4, tel 070 498159 web site www.gustavopetti.it |
Parole chiave
|
La membrana amniotica "incollata" alla superficie radicolare e all'impianto, dovrebbe impedire la migrazione in senso apicale dell'attacco epiteliale. Un'evoluzione di questo concetto è realizzabile proprio grazie alla colla di fibrina, come è illustrato nella figura 18. Il concetto essenziale è questo: seguendo il principio della rigenerazione guidata parodontale, bisogna escludere dalla guarigione l'epitelio (Magnusson et al., 1985), la gengiva (Nyman et al., 1980), l'osso innestato (Karring et al., 1980), lasciando libero solo il legamento parodontale (Nyman et al., 1982), la cui migrazione in senso coronale viene "guidata" da una membrana amniotica (Gottlow et al., 1986) opportunamente posizionata con la colla di fibrina umana (Petti, l987). I motivi per ricorrere all'uso della colla di fibrina sono numerosi. Alcuni sono molto particolari e, per fortuna, non frequentissimi, come l'intervento mostrato nelle figure 19-29, eseguito per "rimediare" a gravi danni creati da un precedente intervento errato. Si trattava dell'avulsione dell'1.7 e della rimozione dei sequestri necrotici ossei, dovuti alla fuoriuscita di arsenico irresponsabilmente messo nei canali del dente. Il precedente trattamento aveva creato una falsa strada, aveva fratturato uno strumento in un canale e ne aveva spinto oltre apice un altro. L'irresponsabilità, in questo caso specifico, consiste proprio nell'aver congedato il paziente con l'arsenico chiuso in un dente in cui erano già state operate diverse manovre endodontiche lesive. Il paziente è giunto alla nostra osservazione con forte dolore e necrosi estesa della gengiva dal margine libero fino al fornice, con iniziale interessamento ulceroso della mucosa della guancia corrispondente ed estesa necrosi ossea con formazione di sequestri (figure 21-22). | |||||||
13. Aspetto dei tessuti 12 mesi dopo l'intervento
|
||||||||
14-17. Controlli radiografici rispettivamente prima dell'intervento e dopo due, otto, quattordici mesi | ||||||||
18. Lo spazio
parodontale (E) viene protetto dalla membrana amniotica (B) che viene interposta
tra l'impianto osseo (C) e la radice alla quale la membrana stessa viene
incollata col tissucol (A) che, a sua volta, ha anche la funzione di biostimolare
le cellule dello spazio parodontale (E) a rigenerarsi e a migrare conalmente.
La membrana amniotica (B') "incollata" con la colla di fibrina
(A') sull'impianto (C) è ben adattata alla radice impedirebbe la migrazione in senso apicale dell'attacco epiteliale (D) |
||||||||
19. Radiografia
dell'1.7 con falsa strada nella radice mesiovestibolare, strumenti fratturati
nello stesso canale e in quello vestibolo distale. Necrosi ossea estesa da arsenico |
20. Radiografia dopo l'avulsione, rimozione dell'osso in necrosi e degli strumenti | |||||||