IL RIALLINEAMENTO DEL GRUPPO FRONTALE
GUSTAVO PETTI
Medico Chirurgo Specialista in Odontoiatria - Parodontologo di Cagliari, P.zza Repubblica 4,
tel 070 498159
web site www.gustavopetti.it

LA RIABILITAZIONE OSSEA DEL GRUPPO FRONTALE

IL TRATTAMENTO PARODONTALE IN FUNZIONE PROTESICA

IL RIALLINEAMENTO DEL GRUPPO FRONTALE

LA RIABILITAZIONE COMPLETA DI UNA EMIARCATA

OBIETTIVI


· Risistemazione dei pilastri per la riabilitazione dei frontali
· Ricostruzione di gengiva aderente sul 2,3
· Verificare a distanza della guarigione

In questo caso presentato la situazione iniziale mostra una grave compromissione parodontale, in particolare dei due incisivi centrali e dell'1.3, in corrispondenza dei quali sono presenti tasche infraossee superiori ai 6-7 millimetri (figura 1). La mobilità dei suddetti elementi dentali è di secondo grado. Prima di intervenire parodontalmente è necessario, quindi, procedere a una immobilizzazione temporanea degli stessi con una protesi provvisoria in battuta palladiata, per mantenere la dimensione verticale.
Trattamento dei difetti ossei
Fig. 1 Situazione iniziale

OBIETTIVO
Risistemare i pilastri per la riabilitazione dei frontali

Poichè i due canini sono distalizzati e i due incisivi centrali sono "sventagliati" (con aumento notevole dell'overjet e dell'over-bite), per ottenere un riallineamento accettabile del gruppo frontale si decide di trasformare protesicamente i due canini in due primi premolari e di inserire i laterali e i canini come elementi di ponte, nello spazio che sarebbe stato destinato ai laterali (figure 2-3). Al fine di ristabilire la giusta occlusione e la dimensione verticale si costruisce poi uno scheletrato superiore nel modo più razionale possibile (figura 4).

Fig. 2 Studio sui modelli per ottenere un riallineamento del gruppo frontale. Il modellino in cera realizzato ingrandendo i centrali e mantenendo come elemento di ponte solo il laterale mostra un risultato scadente
Figg.3-4 Si decide pertanto di utilizzare lo spazio destinato al laterale per inserirvi, quali elementi di ponte, il laterale e il canino, trasformando il canino naturale in primo premolare
Si procede dopo preparazione iniziale e rivalutazione del caso parodontale all'intervento di chirurgia ossea ricostruttiva del gruppo frontale. Si usa per gli innesti ossei il Periograft, una idrossiapatite biocompatibile e non biodegradabile, in grado di fornire una matrice intercellulare di sostegno permanente per il deposito e la difesa dell'osso ospite (figure 5-8) (Petti, 1986).
Fig. 5 Dopo curretage e scaling si procede all'osteotomiaosteoplastica con frea ossivora lontano dalla radice e con scalpelli in prossimità di esse
Fig. 6 Si evidenziano i difetti ossei circumferenziali palatalmente ai centrali e un emisetto mesialmente all'1.3
Figg. 7-8 Si procede alla terapia ricostruttiva innestando Periograft, si sutura la ferita con punti staccati e, inserita la protesi, si protegge la zona dell'intervento
A guarigione avvenuta (per meglio trasformare i due canini in due premolari, data anche la notevole compromissione delle relative corone), si procede la realizzazione di due perni monconi fusi in oro (vedi le figure 9-10).
Figg. 9-10 Guarigione vestibolare e palatale dopo 18 mesi. Si realizzano poi i perni monconi in dura-lay e poi fusi in oro sui canini, per meglio trasformarli in premolari (vista anche la grave compromissine coronale)

OBIETTIVO
Ricostruire una sufficiente banda di gengiva aderente sul 2.3

Dopo aver trattato le tasche parodontali e le lesioni dei difetti ossei, si ricostruisce la gengiva aderente insufficiente in corrispondenza del 2.3, con un innesto libero di gengiva. La sutura verrà sostenuta con colla di fibrina, preparata con trombina a 4 U.I./ml e con Aprotinina, diluita al 50% con acqua per ottenere un riassorbimento più rapido della colla di fibrina.
Questo innesto e avvenuto in una zona anatomicamente molto sfavorevole, sia per la presenza della bozza canina, sia per la pressochè totale mancanza del fornice, in conseguenza del grave riassorbimento orizzontale. Si noti che il riassorbimento era arrivato praticamente alla base del pavimento dei seni mascellari nelle zone posteriori. A complicare le cose c'erano soprattutto le fortissime tensioni muscolari cui quest'area era sottoposta. Nonostante ciò, il risultato, anche se non eccellente, è stato più che soddisfacente, avendo raggiunto l'obiettivo di ricostituire intorno al 2,3 una banda di gengiva aderente (figure 11-14 e 17).

Trattamento dei difetti gengivali
Fig. 11 Gengiva aderente insufficiente e in zona 2.3
Fig. 12 Si prepara il letto ricevente, saturando il lembo mucoso precedentemente scollato con punti di sicurezza
Figg. 13-14 Suturs dell'innesto, prelevato dalla zona iuxtagengivale del palato, con colla di fibrina
Fig. 16 Controllo della zona donatrice, a novanta giorni dopo l'intervento
Fig. 15 Protezione del sito donatore con membrana amniotica innestata con colla di fibrina
Fig. 17 Controllo dell'innesto libero di gengiva al novantesimo giorno